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«Oggi, come mai nella nostra storia, è necessario l'aiuto di un potere spirituale. E io credo che sicuramente una tale risorsa verrà scoperta nelle segrete profondità del nostro essere. Ci saranno dei pionieri che assumeranno su di sé questa impresa e le sofferenze che essa comporta; e in questa maniera apriranno la via a quel più elevato modo di vivere in cui risiede la nostra salvezza». Così scrive Tagore in un punto centrale di questo suo libro. Occidente e Oriente devono ritrovare la piattaforma comune di una religione universale fondata sull'uomo. Questa religione sarà affidata all'esiguo numero di coloro, «fuori mercato rispetto alla consuetudine sociale che attacca a ogni uomo un cartellino col prezzo», che hanno raggiunto un'esistenza liberata. Come quel pescatore, descritto da Tagore, che, cantando sulle rive del Gange il mistero del sorgere del sole e l'incanto del passare delle nuvole, «vive liberamente nel regno della luce».